Museo Pinault Parigi: cosa vedere e come raggiungerlo

2022-09-03 10:28:40 By : Mr. Peter Zhao

Finalmente aperto, ospita gran parte dell'incredibile collezione dell'imprenditore francese.

Diecimila metri quadri di spazio espositivo, a pochi passi dal Louvre, nel cuore pulsante di Parigi. Nato da un lavoro e uno studio accurato e durato vent’anni, il nuovo museo Bourse de Commerce – Pinault Collection nasce dalla volontà di esporre l’enorme e significativa collezione di arte contemporanea di François Pinault, tra le persone più ricche del mondo e fondatore e proprietario di Kering, società madre di molte case di moda, tra cui Gucci, Saint Laurent, Balnciaga e Bottega Veneta. "È iniziato come un sogno, un sogno che sembrava fuori portata. Poi questo sogno è diventato un’ambizione. Oggi, quell'ambizione è diventata realtà. Per anni ho desiderato poter mostrare la mia collezione a Parigi, la città che amo".

La mostra inaugurale del museo si intitola Ouverture, come il brano sinfonico introduttivo cantato all'inizio di un’opera, e presenta opere di numerosi artisti internazionali, tra cui Kerry James Marshall, Marlene Dumas, Luc Tuymans e Cindy Sherman. La scelta di questa esposizione d’apertura è stata descritta da François Pinault come un "manifesto dei valori, tra cui la sete di libertà, la lotta contro l'ingiustizia, l'accettazione della diversità".

L’edificio che ospita la collezione – alla base vi è un contratto di locazione di 50 anni – è la storica Bourse de Commerce di Parigi, risalente al XVIII secolo, che nel 1767 assunse la sua iconica struttura circolare, quando divenne luogo di stoccaggio e vendita delle merci della capitale francese. A interpretare in chiave contemporanea l’edificio – processo che ha avuto un costo di 195 milioni dollari – è stato l’architetto giapponese Tadao Ando, noto per aver già reinterpretato edifici volti ad ospitare collezioni di arte e cultura contemporanea, come Armani Silos a Milano, Punta della Dogana e Palazzo Grassi a Venezia. L’intervento più d’impatto al nuovo museo è la realizzazione di un cilindro di cemento nel centro della cupola dell’edificio, all’interno del museo, da intendersi come "un trattino per collegare il passato e il presente, per produrre una visione del futuro”.

Questo processo di rivisitazione della struttura storica rimette mano all’edificio dopo che fu revisionato l’ultima volta nel 1889, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, quando vide la luce per la prima volta la Tour Eiffel. Quella particolare manifestazione aveva tra gli altri obiettivi quello di imporre Parigi come il centro del mondo occidentale, in concomitanza con l’aggressiva espansione coloniale della Francia. La Borsa stessa fu simbolo di queste dinamiche, visto che fu proprio in questo edificio che cacao, zucchero, caffè e altre materie prime provenienti da continenti diversi si imposero sul mercato europeo e occidentale. A ricordo di ciò alla base della grande cupola della Bourse de Commerce c’è infatti un grande affresco-panorama che raffigura con occhio capitalistico e razzista le “grandi conquiste” della Francia, tra guerrieri africani a toso nudo e nativi americani seminudi: rappresentazioni frutto di cliché dell’epoca, di cui subiamo ancora tristemente il retaggio.

Eppure la decisione di Pinault non è stata quella di nascondere il panorama, di mascherarlo, di eliminarlo. Ma anzi di restaurarlo. Il suo obiettivo è quello di non cancellare la storia, ma di renderla ben visibile, leggibile agli occhi di tutti e di farla dialogare con il presente per palesarne le contraddizioni, gli errori e le brutture. Alla base di questa scelta c’è un concetto molto semplice, ma imprescindibile: la contestualizzazione storica e l’attenzione ad evitare l’anacronismo. È proprio questo uno degli obiettivi del grande nuovo museo – come è poi uno dei nodi essenziali dell’arte: far riflettere, porre questioni, avere un occhio critico nei confronti del passato, progettare un futuro più equo e rispettoso del prossimo e dell’ambiente.

La mostra Ouverture è stata inaugurata il 22 maggio 2021 ed è in programma fino al 31 dicembre 2021, ospita duecento opere di più di trenta artisti diversi, disposte in tutti i dieci spazi espositivi del museo, andando dall’esterno dell’edificio fino al suo interno. I lavori esprimono le varie possibilità di media utilizzabili – pittura, scultura, video, installazione, fotografia, performance – e propongono un discorso molto attento a tematiche politiche, sociali, ambientali.