Bunker a Crema, è già pronto? - La Provincia

2022-08-20 13:14:06 By : Ms. Sandy Li

CREMA - Un bunker sarebbe già stato realizzato in città, ma dall’impresa costruttrice, «Minus energie» di Bagnolo San Vito non vengono forniti dettagli e conferme. L’azienda mantovana guidata da Giulio Cavicchioli, conferma però di avere avuto sette richieste per queste strutture anti atomiche da altrettanti potenziali clienti che vivono nel territorio provinciale. La paura di un disastro nucleare in Ucraina, causato dalla guerra in corso, o peggio ancora di un conflitto atomico, conseguenza delle tensioni che si stanno inasprendo tra Russia e Occidente, ha fatto registrare un’impennata di richieste di bunker in tutta Italia e il territorio non fa eccezione.

Tecnicamente questi rifugi richiedono almeno tre mesi di lavori prima di essere pronti e abitabili. «Tra le richieste abbiamo anche chi vuole adattare locali esistenti» precisa Cavicchioli. Una cantina o una taverna possono essere sistemate per diventare un rifugio anti atomico, a patto che si trovino sotto terra. Devono essere ad almeno un metro di profondità, condizione fondamentale per garantire l’efficacia di queste strutture nel difendere dalle radiazioni. Il cemento armato la fa da padrone. Evidente che la spesa non sia alla portata di tutti i portafogli.

«Al momento stimiamo un costo di realizzazione che varia dai 2.500 ai 3.000 euro al metro quadrato per una nuova costruzione – prosegue il titolare della Minus –: consigliamo locali di circa 20/30 metri quadrati per una famiglia di tre-quattro componenti. Con queste misure il rifugio può essere dotato di tutti gli accessori standard, dai servizi igienici, ai letti ignifughi. Vengono installati ventilatori con filtri in grado di schermare tutti i gas nocivi all’uomo conosciuti sino a questo momento». La successiva permanenza dipende poi da quanta scorta di cibo e soprattutto acqua, viene immagazzinata. Prodotti che devono essere necessariamente a lunga conservazione. In un bunker nucleare di 30 metri quadrati lo spazio non manca dunque, con le dovute attenzioni, una famiglia potrebbe sopravvivere per mesi in caso di fall-out, la ricaduta radioattiva di scorie nucleari dovuta a un’esplosione di una bomba atomica o di una centrale. Scenari apocalittici, tornati a popolare le menti delle persone con l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Un salto all’indietro di 60 anni, quando la crisi dei missili di Cuba porto Usa e Urss ai ferri corti e mise a rischio la sopravvivenza del mondo.

«Il nostro consiglio – prosegue Cavicchioli – è quello di non scendere mai sotto gli otto metri quadrati come dimensione del bunker, proprio per garantire un minimo di vivibilità. Evidente che un rifugio così piccolo potrebbe essere utile per situazioni molto più temporanee». Una permanenza per brevi periodi, forse qualche settimana, proprio per gli spazi angusti che impedirebbero anche di stoccare ampie quantità di viveri. «Come è facile immaginare – conclude Cavicchioli – la realizzazione di un bunker è soggetta a numerose variabili, che vanno verificate di volta in volta». Di solito il locale viene costruito sotto una villa o comunque una casa singola, a cui è collegato da una scala con una botola. Molto più complicato realizzare una simile opera per un condominio. Richiederebbe dimensioni ragguardevoli per poter ospitare diverse famiglie, con costi altissimi di costruzione.

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