Gratta e vince 2,4 milioni di euro. «Lo chiamano Ghizo, da 3 mesi è sparito» - CorrieredelVeneto.it

2022-09-03 10:32:13 By : Mr. frankie zhang

È grande e grosso, ha due manone da piastrellista e non ha la gobba. Mentre dovrebbe averla, evidente e contagiosa. Tutti lo cercano, molti per sapere se è vera, c’è chi vorrebbe toccargliela e non ci crede. Ve la immaginate la dea Fortuna al banco dei testimoni che alza la mano e giura: «È più facile che un fulmine mi incenerisca dentro quest’aula nei prossimi cinque minuti che quest’uomo abbia prima comprato un gratta e vinci da un milione di euro e, dopo venti giorni, un altro da due milioni. Difficile, diciamo impossibile. Ma io sono qui per questo, io posso farlo». Il pm si arrende, la giuria emette un «ohh» di sorpresa, il pubblico si azzuffa. Il pubblico sono i paesani di Monzambano , quelli di Ponti sul Mincio e i vicini di Caprino Veronese . Qui siamo negli ultimi scorci del Mantovano, non lontano da Peschiera del Garda, dove il dialetto veneto si mescola al mantovano e l’accento portoghese se li prende entrambi . Incredibile il numero di veneto-brasiliani di ritorno stabilitisi, sembra di essere a Genova. L’uomo senza gobba, quello con le manone e la vita cambiata parla così, mezzo veneto e mezzo brasiliano, delle due nazioni ha il passaporto e porta due cognomi, il primo italiano e l’altro carioca. Di entrambi non possiamo fare parola (ha già tanti guai di suo, ora anche quelli del milionario) si raccomanda Giovanni Chincarini, il suo avvocato : «Problemi di sicurezza, la sua è una situazione complicata , magari tra un paio di mesi, magari dopo, ora proprio no». Il nome possiamo però scriverlo come lo pronunciano loro, gli italo-brasiliani: per la vicina di casa – nonna con figlia e una nipote giovane che traduce - è il «Ghizo Teheira» il piastrellista . «Chi non lo conosce? Ma è lui? Quello dei tre milioni? Fino a tre mesi fa abitava qui di fronte, nella palazzina di gialla, poi non lo abbiamo più visto ».

Gratta e vinci, il doppio colpo del piastrellista brasiliano (archivio)

«Nessuno lo ha più visto»

Corrisponde: tre mesi fa, il 4 febbraio esattamente, il «Ghizo» vince il suo primo milione di euro al Gratta e Vinci, manda un bonifico di 60 mila euro in Brasile e lascia l’appartamento che aveva in affitto di via Pio La Torre, a Broglie. Dopo di che sparisce. Dove? «Dove non lo sappiamo, alcuni dicono a Monzambano ma anche lì nessuno lo ha più visto». Qualcuno a Monzambano parla già di una villa sul Garda ma è un po’ presto per le ville, anche perché la disponibilità dei milioni vinti il «Ghizo» l’ha avuta solo sabato quando la magistratura finalmente si è arresa: «Niente da fare – certifica il comandante della Guardia di Finanza di Verona, colonnello Vittorio Francavilla – la fortuna esiste, non c’è nulla che possa far credere che qualcuno alla Lottomatica di Roma abbia spiato il tagliando vincente, lo abbia seguito per mezza Italia e infine sia andato a prenderselo in qualche lontana tabaccheria. Troppe le complicità. Abbiamo scavato, analizzato, verificato tutte le possibilità : non ce n’è una che possa far pensare alla frode. Alla fine, ci siamo dovuti arrendere, quei soldi sono stati vinti lecitamente». La dea Fortuna lascia il banco dei testimoni tra gli applausi. Di fatto tutto corrisponde, anche i 60 mila euro che il «Ghizo» ha mandato in Brasile: servivano a far rientrare la moglie e la figlioletta di dieci anni, «Patrizia, si chiama, lei è arrivata alla fine di febbraio insieme alla piccolina, prima viveva da solo e anche un po’ male».

Male? Quanto male? Giustamente male, altrimenti la dea Fortuna avrebbe sbagliato e, almeno in questo caso, ci ha visto giusto premiando un bisognoso. «Sa com’è, non c’è lavoro e l’uomo era un po’ turbolento, forse alzava il gomito un po’. Fatto sta che qui intorno lo conoscevano come uno che litigava con tutti e non riusciva mai a tenersi un lavoro troppo a lungo». Sabato mattina lo davano in giro per Peschiera, il suo avvocato giura che era in giro a cantieri a metter giù mattonelle ma è difficile credergli «anche se per fortuna c’è ancora gente così – sorregge la nipote veneto brasiliana – io ad esempio ho vinto 500 euro, so che il paragone non regge ma non ho vinto di più». Il tabacchino di Monzambano una volta ha dato via un Gratta e Vinci da 300 mila euro, «dieci anni fa – spiega - poi non ho visto più niente». Il «Ghizo», che pare se ne comprasse a pacchi di biglietti, ha staccato il suo secondo il 24 febbraio, 20 giorni dopo il primo, e con questo ha vinto altri due milioni. Escluse le tasse fanno 2 milioni e 400 mila netti. Qualche cantiere aperto c’è, qui a Monzambano. Piastrellisti qui? «Sì sii, noi siamo piastrellisti. Noi? Chi? Quello dei due milioni? No no, non siamo noi ». In un altro cantiere un operaio scarica un sacco di cemento dalla schiena, si ferma un attimo e fa una smorfia: «E quello sarebbe in cantiere a lavorare? Col pensiero forse».

Per come la gente la pensa, la brava e ben vestita gente del bar centrale, quella che si esprime in italiano corrette, sembra meglio disposta: «Perché non gli hanno creduto? Bisogna dar fede solo a quei furfanti dello Stato? Loro alla loro sfortuna non credono mai, contano solo sulla nostra e quando gli va male non si fidano e ti mandano la Finanza in casa. Io non gioco, perciò vinco sempre». Ed è giusto che sia così, perché solo i poveracci hanno bisogno della fortuna: a volte vincono, a volte no, quelli che non ce l’hanno, come l’operaio con il sacco di cemento, sono scettici sulla propria e non credono a quella altrui: «Per me è un imbroglio», dice scrollandosi il sacco di dosso.